Bagoss
Casoncelli
Salsiccia di castrato
Spongada
Strinù
Fatulì
Cuz
Cosa c'è di meglio dopo una giornata in bicicletta di una bella cena a base di
prodotti tipici del luogo? Oppure durante un'escursione una bella sosta in
un agriturismo o in un rifugio ad asseggiare le specialità locali? Partendo dal
presupposto che dobbiamo anche goderci il piacere della scoperta e quindi
provare, assaggiare anche prodotti sconosciuti in posti altrettanto sconosciuti
presentiamo qui alcuni prodotti tipici della Valcamonica. L'elenco è destinato
ad allungarsi man mano che reperiamo nuove informazioni.
Casoncelli
Ovviamente non si può non partire dai casoncelli,
piatto diffuso in tutte le province di Bergamo e di Brescia ma che qui ha una
sua cultura particolare. Qual'è la ricetta dei casoncelli? Boh, ogni paese e
ogni famiglia li fa in modo diverso. I casoncelli fatti a Breno sono diversi da
quelli di Bienno o di Niardo (i paesi citati distano 3 km l'uno dall'altro),
quindi non resta che assaggiarli e scoprire quali piacciono di più (consiglio a
questo scopo di far coincidere le escursioni con le feste di paese). Bisogna
considerare che i piatti tradizionali vengono dalla cucina contadina, quindi i
ripieni comprendevano avanzo o comunque quello che c'era a disposizione.
La base è comunque quella di un raviolone ripieno di carne e erbe (in alcuni
casi c'è anche salame, brasato o altro) e altri ingredienti aromatizzanti (es.
alcuni mettono gli amaretti). Si servono annegati (non conditi... annegati) nel
burro fuso e salvia e cosparsi di abbondante formaggio grattugiato.
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Salsiccia di castrato
Ci sono due salumi molto particolari legati alla cittadina di Breno da oltre un
secolo. Il primo è la salsiccia di castrato: “inventata”, secondo le
testimonianze, da un tal Pietro Rizzieri alla fine dell’Ottocento. La ricetta
nel 1922 è passata ai fratelli Pedersoli, che ne hanno iniziato la produzione su
scala maggiore, facendola conoscere nei paesi della Val Camonica. A quel tempo
si produceva esclusivamente con carne di castrato tagliata a punta di coltello
su grandi ceppi di legno. Oggi la macinazione, effettuata dopo aver sgrassato la
carne, si ottiene soprattutto con il tritacarne elettrico. L’impasto, a grana
molle, è condito con una miscela di pepe tritato, spezie varie, aglio pestato
nel mortaio e brodo di carne ottenuto bollendo per un’ora a fuoco lento tutte le
ossa del castrato. Insaccata e confezionata, la salsiccia va cotta in acqua
bollente non salata in una pentola senza coperchio per 10, 15 minuti. Si consuma
subito, accompagnata da patate lesse, peperonata o purea di patate.
(tratto da www.atlanteparchi.it)
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Strinù
Lo strinù è una salamella cotta alla piastra o alla
brace tipica delle valli bresciane e bergamasche. L'impasto è misto di carne
suina e bovina e arricchito da numerose spezie
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Bagoss
Pur non essendo un prodotto camuno la
zona di produzione interseca la Valcamonica ed è contenuta in uno dei nostri
itinerari, quindi lo inseriamo comunque tra i prodotti tipici.
Bagoss significa nel dialetto locale "di Bagolino", un antico comune della
montagna bresciana, capoluogo della Valle del Caffaro, dove ogni anno si svolge
uno dei più tradizionali carnevali italiani.
Ma la tradizione designa con lo stesso termine "bagoss" il più famoso e diffuso
prodotto della zona: un formaggio stagionato dal gusto robusto che si è meritato
l'appellativo di qrana bresciano.
La produzione del bagoss è legata alla zona ricca di pascoli compresa fra le tre principali valli bresciane: la Val Camonica, la Val Trompia e la Val Sabbia, ed è tuttora molto viva, nonostante
il processo di industrializzazione e urbanizzazione abbia anche in questo caso
modificato lo pascoli. La produzione del bagoss è legata alla
zona ricca di pascoli compresa fra le tre principali valli bresciane: la Val
Camonica, la Val Trompia e la stile di vita una volta esclusivamente agropastorale e le
caratteristiche ambientali di queste zone. In inverno il bestiame. tutto di
razza Bruna Alpina, viene tenuto nei caratteristici fienili nei dintorni di
Bagolino ed il latte viene lavorato nelle aziende di fondo valle o nel
caseificio sociale. Nei mesi estivi l'allevamento si trasferisce sui pascoli
delle montagne circostanti e la trasformazione del latte in bagoss avviene nelle
malghe, secondo il metodo tradizionale e utilizzando gli antichi strumenti
artiqianali in leno e rame. Formaggio per raffinati buongustai. La crosta liscia
leggermente dura viene unta durante la stagionatura con olio di lino crudo, per
mantenerla elastica e limitare la formazione di muffe sgradite. La pasta è di
color giallo paglierino, a tessitura granulosa e leggermente occhiata. Il sapore
è caratteristico, decisamente aromatico, ma non piccante. Il bagoss è un
formaggio da buongustai e i suoi più raffinati estimatori sanno riconoscere, dal
sapore e dall'aroma, il tipo di foraggio pascolato, l'epoca di produzione, la
stagionatura. Come formaggio da tavola il bagoss viene servito a scaglie come il
grana o arrostito sulla piastra, ma se ben stagionato è anche ottimo da
grattugia.
Formaggio a pasta semicotta, prodotto con latte di vacca, parzialmente scremato
per affioramento; salatura a secco; maturazione 12-24 mesi; forma cilindrica
(diametro 40 cm); scalzo diritto (12-14-cm); peso medio 15-16 kg." (tratto da
www.formaggio.it)
La zona di produzione di questo formaggio è quella attraversata dall'itinerario
Val d'Arcina, quindi se lo percorrete, non dimenticatevi un assaggio.
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Spongada
Dolce tradizionale di Breno (BS) in Val Camonica, chiamato anche "spongata",
dalla denominazione dialettale camuna "
spongada de Bré".
Si presenta come una pagnottella emisferica di circa 150 grammi, dolce,
derivata da una lavorazione a due impasti. Al primo impasto,
a base di lievito,
zucchero, burro, uova, farina bianca e vanillina, si aggiunge, dopo 3 ore di
lievitazione, un secondo impasto a base di zucchero, burro, uova intere, tuorli
d'uovo, vanillina, sale, lievito di birra e farina.
Dopo una ulteriore lievitazione di qualche ora, si formano palle di pasta di 150
grammi che si lasciano ulteriormente lievitare fino a raddoppio del volume.
Dopo aver fatto una incisione a croce, si cuociono le focacce per 20-25 minuti a
180 °C.
La focaccia di Breno, un tempo dolce tradizionale di Pasqua, veniva distribuito
a poveri e ammalati, si consumava come dolce, ma anche assieme al salame."
(tratto da www.caibreno.it)
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Fatulì
Gli amici della Valsaviore, oltre a tracciare degli splendidi itinerari in mtb
come si vede dalla pagina dei link, producono, tra gli altri, un formaggio
caprino molto particolare: il Fatulì. Questo formaggio è ricavato dal latte
della capra bionda dell'Adamello, una specie autoctona della Valle Camonica
allevata in particolare in questa valle laterale. La capra bionda non è molto
produttiva ma il suo latte è molto digeribile e povero di grassi. Per buona
parte dell'anno queste capre vengono lasciate pascolare, pertanto si nutrono di
ciò che la natura montana offre loro. La caratteristica che contraddistingue il
fatulì è l'affumicatura a base di rami verdi e bacche di ginepro che dona al
formaggio un gusto unico.
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Cuz
Il Cuz è un piatto tipico del comune di Corteno Golgi e delle sue frazioni:
Ronco, Corteno, Doverio, Magno, Lombro, Santicolo, S. Antonio e Piazza. Consiste
in carne di pecora, tagliata a tocchetti, stufata in umido nel paiolo di rame
(lo stesso della polenta) o in quello di ghisa ("el ghisot"). Viene cucinata
lentamente per circa 3 ore non aggiungendo nessun condimento (burro o olio) ma
lasciandola cuocere nel suo stesso grasso e aggiungendo piccole quantità di
spezie quali salvia, rosmarino e aglio. La carne non viene mai mescolata ma
viene solamente mosso il paiolo per far amalgamare gli ingredienti. La salatura
avviene a circa 2/3 della cottura. L'intingolo formato dal grasso dell'animale
resta sul fondo e quindi nel piatto, mentre la carne resta magra contrariamente
a quanto si possa pensare. L'accompagnamento ideale a questo piatto è la polenta
di farina gialla macinata grossa, in alcuni casi viene servito anche del
formaggio grattugiato a parte.
Era usanza fino a una ventina di anni fa che al ritorno dalla transumanza a fine
estate le famiglie di Corteno Golgi scegliessero alcune pecore (circa 1 per
rione o gruppo di famiglie) tra i loro capi. Queste venivano macellate insieme e
preparato il Cuz in un grosso paiolo da circa 100/150 kg. Veniva salato
abbondantemente e posto in contenitori di terracotta (chiamati "ole") pronto a
diventare riserva per l'inverno. In questo modo si sarebbe risparmiato il fieno
(molto costoso), avendo meno capi da sfamare, e si sarebbe avuta scorta di
carne.
Per assaggiare il Cuz oltre che nei ristoranti che lo propongono si può andare
alle sagre del 15 agosto a Corteno, del 16 agosto (San Rocco) a Ronco o del 20
gennaio (San Sebastiano) a Doverio.
Si ringrazia il sig. Dario Bertuzzi della località Concordia di Ronco (titolare
del ristorante affittacamere Casa alpina lupo grigio a Breno, loc. Degna purtroppo ora chiuso) per le
informazioni fornitaci.
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